Dopo il grande successo delle mostre di Igor Mitoraj, Mimmo Paladino, Tony Cragg e Wang Guangyi, il Festival di Ravello, giunto alla sua 63esima edizione dedicata al tema dell’InCanto, ospiterà le esposizioni di due grandi nomi del panorama delle arti visive: Guido Harari e Augusto Perez.
Dal 27 giugno al 31 ottobre nel Chiostro inferiore della meravigliosa Villa Rufolo, sarà allestita “Sonica”, la mostra dei celebri scatti alle icone della musica di Guido Harari (Il Cairo, 1952). La mostra, prodotta da Wall Of Sound Gallery (la prima galleria fotografica in Italia interamente dedicata alla musica, da lui fondata nel 2011), presenta 35 ritratti di grandi dimensioni, in parte esposti qui per la prima volta, e una selezione eclettica di immagini degli artisti che hanno reso famoso il Ravello Festival. Tra i grandi personaggi rapiti dall’obiettivo di Harari ricordiamo: Laurie Anderson, Lou Reed, Patti Smith, Philip Glass, Frank Zappa, Tom Waits, Bob Dylan, Kate Bush, Joni Mitchell, Leonard Cohen, B.B. King, Ute Lemper, Brian Eno, Peter Gabriel, Caetano Veloso, Jan Garbarek, Bob Marley, David Crosby, Pino Daniele, Giorgio Gaber, Fabrizio De André, Francesco De Gregori, Paolo Conte, Vinicio Capossela, Nicola Piovani, Ennio Morricone, Michael Nyman, Noa, Luciano Pavarotti, Riccardo Muti, Pierre Boulez, Uto Ughi, Keith Jarrett, Hannibal Peterson.
Dal 28 giugno al 5 settembre nei suggestivi spazi di Villa Rufolo e della terrazza dell’Auditorium Oscar Niemeyer sarà invece allestita una straordinaria retrospettiva dedicata ad Augusto Perez a cura di Flavio Arensi. Il percorso espositivo si compone di ventisette sculture monumentali selezionate tra i capolavori più noti dell’artista partenopeo, dagli anni sessanta fino alle ultime creazioni. Tra queste i ritratti a Luigi XIV e una serie di sculture recuperate per l’occasione, come la grande opera Terrae Motus, nata dalla collaborazione con Lucio Amelio, oggi in collezione privata. Ricordiamo di particolare effetto, inoltre, l’installazione negli spazi della Cappella della Villa prodotta dalla Fondazione Tramontano Arte di Napoli e nata in collaborazione con la Fondazione Materia di Casalbeltrame, dove è collocata la “Grande Crocefissione” così come fu immaginata dall’artista, benché non potette mai realizzarla.