Napoli, 17 dicembre 2015, Teatro Palapartenope. Le aspettative per la prima del “Cabaret Maledetto” de El Circo de los Horrores erano molto alte. In conferenza stampa il regista Suso Silva aveva parlato del migliore spettacolo della trilogia, ricordiamo infatti che prima di questo Cabaret erano stati messi in scena “El Circo de Los Horrores” e “Manicomio” che hanno riscosso incassi record e grandi consensi da parte della stampa.
Coi primi due show la compagnia spagnola era riuscita a spaventare anche Dario Fo, questa volta lo spettacolo si basava non tanto sul terrore quanto sull’inganno e la seduzione. Cercare di cambiare format non ha però dato i risultati sperati.
Entrare nella residenza di Lucifero non ha dato l’effetto desiderato e i sette peccati capitali non hanno mostrato il lato nascosto né dei personaggi né di nessuno spettatore. Questo è ciò che ha reso lo spettacolo piatto e poco innovativo.
Cercare di far venir fuori il lato perverso e nascosto dell’animo umano non era un’impresa facile, motivo per cui forse i circensi potevano ambire ad un altro tipo di spettacolo.
Di erotico e sensuale ci sono state le canzoni suonate dal vivo (lo show si è chiuso su “Diavolo in me” di Zucchero) e la danza: grazie a queste arti sono stati magnificamente risvegliati i sensi. A farla da padrone sono state indubbiamente le acrobazie: se tutto lo spettacolo avesse presentato solo giochi di fuoco, corde elastiche e numeri ad alta quota sarebbe stato un successo.
La compagnia spagnola non improvvisa i suoi spettacoli e questo lo si evince dalla cura dei piccoli dettagli, dalle performance di tutti i personaggi e dalla dizione italiana di Silva che stupisce con la sua padronanza di una lingua così difficile. Ogni discorso però è stato sempre sottotono.
Un fortuito colpo di scena che ha risvegliato il pubblico durante uno dei monologhi di Silva c’è stato quando quest’ultimo ha scelto tra i presenti in sala, senza sapere chi fosse, Maurizio Casagrande che è così stato al gioco di Lucifero per una serie di “penitenze” che l’han visto protagonista.
Una trilogia che meritava un finale migliore. La mal riuscita dello spettacolo è il vero “peccato”.