Il pop italiano ha la suanuova stella lanciata dalla tv. Si chiama Giosada, al secolo Giovanni Sada, 26 anni, uscito dalla finale della nona edizione di X Factor come trionfatore con il singolo Il rimpianto di te.
Il rocker barese ha avuto un percorso che per gli appassionati di talent show è uno dei più avvincenti. Per il coach che l’ha seguito, Elio, magari un po’ meno, visto che si è passati dalla standing ovation alle audizioni a varie incertezze nelle gare delle settimane che hanno preceduto la finale. Ma il televoto ha premiato l’impegno e la presenza, oltre che all’indubbia bravura.
Certo, il suo pezzo inedito non ha quella grinta che ci si aspetta da un giovane, né l’innovativa dirompenza di alcune cose che hanno proposto gli Urban Strangers (secondi) e Davide Shorty (terzo).
C’è da dire che questa volta in finale, con somma soddisfazione della Sony Music che distribuisce i prodotti discografici del talent di Sky Italia, sono arrivati degli esordienti ben equipaggiati. Se si fa eccezione per i Moseek, amati dagli addetti ai lavori, nessuna ingiustizia è stata recriminata, nemmeno sul web. Enrica Tara, 17 anni di Terracina e originaria del Camerun, ha una voce bassa e potente e si è portata a casa un bel pezzo scritto dalla sua stella guida, Skin. Alla vigilia della finale ci ha detto: “Quando sono usciti i Moseek al ballottaggio con me mi sono sentita un pesce fuor d’acqua e ancora non riesco a pensarci. Penso proprio che loro meritassero di andare avanti. Il programma è stata un’esperienza molto formativa e mi ha fatto pensare il fatto che l’arrivo di mia madre a sorpresa dopo mesi sia stata l’emozione più bella”.
Anche il vincitore istintivamente calca l’onda del “volemose bene”: “Il momento più bello del programma è stata l’esibizione a giostra, quando eravamo tutti assieme e ci siamo dimenticati della gara. Grazie a chi ha creato quel momento”.
Il duo campano Urban Strangers, favorito alla vigilia, è amatissimo dal popolo del web e ha numeri già da teen idol. “Avevamo sempre molta ansia di sbagliare – confessano – e ci siamo concentrati molto sull’inedito, volevamo che fosse il più bello”.
Andrea Shorty è quello che si sente più miracolato, essendo tornato da Londra per il programma. Lì aveva trovato la sua strada vivendo di musica e facendo la gavetta partendo da Palermo. E invece qui in Italia si ritrova con una popolarità di dimensioni “televisive”: “Il momento più impressionante è quando mi hanno dato un microfono in mano a Palermo per uno show davanti a migliaia di persone. Non riuscivo a vedere la fine della folla, è stato bellissimo. Il ricordo più difficile è invece legato alla musica. Quando mi è stato assegnato il pezzo di Howard Jones non sapevo davvero cosa fare”.
Il programma, che ormai è una corazzata colossale e ha raccolto circa 20 milioni di televoti e uno share del 5% in media, si chiude con un bilancio positivo. Non brilla nei confronti delle altre edizioni, ma ha avuto per la prima volta nel 2015 una giuria “all music”, che si è potuta permettere di esibirsi ad alternanza sul palco del Forum di Assago, passando con disinvoltura dalle chiacchiere alle note. È vero, l’annunciato spogliarello sul duetto inedito tra Mika e Fedez di Beautiful Disaster è venuto a metà. Ma abbiamo visto un’eplosiva performance dei rinati Skunk Anansie (Love Someone Else è un pezzo che verrà fuori alla lunga) e anche un avvicinamento giocoso dei Coldplay alla giuria. Cose impensabili in altri contesti.