Sono attivi dal 2012 ma i membri de Il Pagante, gruppo dance milanese esploso sul web, hanno raggiunto i 10 milioni di views su Youtube solo nell’ultimo anno. Perché come tanti fenomeni virali sul web, la loro musica si è fatta strada nelle bacheche virtuali di molti italiani: un mix di disimpegno, beat che richiamano in parte agli anni 90 e testi per teenager assetati di divertimento. Come dimostra il successo dell’ultima ht, la vacanziera Vamonos, già cliccatissima. Abbiamo incontrato Alfredo Tomasi, Federica Napoli, Roberta Branchini ed Edoardo Edy Cremona, il cuore pulsante del gruppo.
Ragazzi il successo di questo singolo vi sta facendo conoscere in tutta Italia, cosa ne pensate?
«Abbiamo fatto molte serate al Nord negli ultimi anni e ci aspettavamo una crescita graduale. Ma poi ci siamo resi conto che suonando in giro per l’Italia, il Pagante è milanese ma anche napoletano o sardo. I ragazzi sono pressocché uguali ovunque.»
Siete fan dei social network? Li controllate?
«E certo, figurati siamo nati con quel tipo di media. Abbiamo cercato sostegno e ora ce l’abbiamo, i nostri seguaci postano foto con i testi dei nostri pezzi, a volte non li imbroccano. Ma siamo davvero contenti.»
Il Pagante è anche una presa in giro dei vizi e delle virtù dei giovani, si può dire, dei discotecari?
«Mah, speriamo che l’ironia si capisca anche perché le manie dei ragazzi sono belle perché spensierate, non vorremmo avere un pubblico pensoso e depresso. Se a 20 anni ti raccontano che tutto intorno ti va male, è la fine.»
Come scegliete quale tematica affrontare?
«Facciamo una specie di brainstorming e mettiamo sotto le parole una base house e pop. Questa volta pensavamo alla sensazione di libertà che si respira nella prima estate senza la scuola, il viaggio della maturità.»
Siete sempre d’accordo su chi deve cantare cosa?
«Qualche volta le divergenze ci sono, tipo le cose più trasgressive se capitano in bocca sempre a una in particolare…vabbè ma poi risolviamo.»
Il pagante medio chi è?
«È uno che ostenta ricchezza con i soldi del papy e ambisce a diventare il bulletto. Ha la fissa per i social network ed è un milanese esportato.»
Ma i giovani seguono il gregge o si distinguono?
«È chiaro che per il nostro pubblico medio, che ha dai 13 ai 18 anni, è importante sentirsi parte del gruppo. Ma si sentono molto distinti seguendo le mode. La nostra musica è diretta a loro, la responsabilità nei loro confronti la sentiamo finché non diciamo nulla di male.»
Dove suonerete?
«Diamo precedenza ai posti dove non siamo mai stati perché secondo noi la “paganza” esiste ovunque e vogliamo incontrare tutti i ragazzi e avere interazione con loro.»