A un anno di distanza dal suo primo EP, Battiti, Eleonora Mazzotti torna con una cover che significa molto per lei, ovvero “Fight Song”. Tante le collaborazioni dell’artista dal lontano 2007 ad oggi, una carriera che l’ha portata alla scelta di questa cover per intraprendere un nuovo cammino.
Torni sulle scene con una cover, come mai hai scelto prima un pezzo non tuo? Faccio questa domanda perché in giro ci sono molte cover e quindi penso sia alle volte rischioso farlo…
«L’idea di uscire con una cover è nata giocando in studio mentre lavoravo con gli autori sui nuovi brani. E mi è sembrato subito interessante poter pubblicare una mia versione di questo brano che reputo molto travolgente ed energico. E da lì, con la mia squadra di lavoro, abbiamo pensato di dar vita a questo progetto di cui “Fight Song” è il primo risultato. Mi piace ricordare che io sono interprete ed è quindi sempre affascinante per me approfondire diversi aspetti del mio carattere attraverso note, melodie e parole. Se affrontate con rispetto, le cover possono essere sfide divertenti. Non bisogna però appiattirsi e limitarsi a esse. Come arricchimento di un percorso di scrittura possono essere molto stimolanti! Ad appena una settimana dalla pubblicazione di “Fight Song” ricevo parecchi messaggi, parole di stima e affetto, condivisioni del video. Questa è per me una soddisfazione grandissima!»
Hai debuttato con un EP, ora dobbiamo aspettarci il CD?
«Chi lo sa! Scherzi a parte, al momento preferisco concentrarmi sulla creazione di “belle” canzoni assieme ai miei collaboratori. Senza fretta, senza scadenze. Stiamo cercando di dare libero sfogo alla creatività. Al momento è ancora presto per dirvi se si tratterà di un altro EP o di un album.»
Parliamo francamente, dato che fin dalla prima domanda ti chiedevo dei “rischi”. Quanto è difficile oltre che rischioso proporre la propria musica?
«Proporre la propria musica al giorno d’oggi può essere sia estremamente facile, sia estremamente difficile. Mi spiego: il web è una grandissima risorsa, che può davvero dare visibilità a progetti sparsi per il mondo, così come può far nascere collaborazioni. Allo stesso tempo, però, diventa più complesso convincere le persone ad ascoltare musica, proprio perché siamo sommersi ovunque da informazioni di ogni tipo.
Perciò, nel mio piccolo, cerco quotidianamente di crearmi un mio spazio attraverso il percorso che ho intrapreso, fatto di concerti, esperienze, tour. E in questo il web è un grande alleato, anche per tenersi in contatto con persone che mi seguono sia in Italia che all’estero.»
Come ci si sente a stare anche dall’altra parte, considerando che lavori come speaker?
«È un ruolo estremamente divertente: innanzitutto perché posso dare libero sfogo alle chiacchiere e passare anche dalla parte dell’intervistatrice, e poi mi aiuta ad ascoltare con maggiore attenzione le canzoni che arrivano in radio. Mi aiuta a essere più “open minded”.»
Dove ti vedi da qui a dieci anni, cosa speri di realizzare, con chi vorresti collaborare?
«Nel giro di dieci anni spero di aver consolidato maggiormente il percorso che ho intrapreso: canto, musical e radio mi aiutano quotidianamente a completarmi. Mi piacerebbe poter duettare con alcuni artisti che stimo molto (se si sogna, lo si fa in grande!) e lavorare maggiormente all’estero. Su quest’ultimo punto posso anticipare che ci sono già dei progetti “work in progress” per il 2016. Se vorrete, quindi, ci sentiremo molto presto!»