Franco Oppini, straordinario attore da inimitabile talento comico, ospite della quinta edizione del Social World Film Festival di Vico Equense, rimane sempre fedele alla sua compagnia di discoli e gioiosi intellettuali, che hanno fatto divertire per anni gli italiani, I Gatti di Vicolo Miracoli, e cioè Umberto Smaila, Jerry Calà e Nini Salerno, protagonisti di una tv oramai inesistente.
Negli ultimi anni frequenta il teatro, ma non per sdegnare la tv o il cinema. Sarà impegnato, infatti, in autunno in una nuova commedia di Luca Pizzurro, accanto all’attrice, figlia d’arte, Simona D’Angelo. Quest’estate, invece, non perdetevi il suo spettacolo in giro per l’Italia, Mi ritorni in mente, un ripercorrere i brani che hanno fatto la storia della musica italiana degli anni ‘60 e ’70.
Della vita privata di Franco Oppini si può dire solo che è stato doppiamente invidiato dagli italiani, sposando due bellissime donne di talento e di spiccate capacità artistiche di successo: nel 1981, una giovanissima Alba Parietti, da cui ha avuto un figlio, Francesco, in seguito l’astrologa Ada Alberti.
Ancora oggi in tv trasmettono spezzoni su I Gatti di Vicolo Miracoli, un periodo nostalgico della buona televisione italiana…
«Più che nostalgia è stato un momento importante per I Gatti, allora c’erano la televisione unica e poche reti, e aver successo allora non era così facile, soprattutto per i cabarettisti e i comici, perché c’era una specie di ostracismo televisivo. Io mi ricordo che, nei primi tempi, per tre anni, non entrammo in Rai, semplicemente perché nella nostra storia d’Italia dicevamo delle cose che, secondo loro, erano molto sovversive e magari erano delle stupidaggini, oggi lo sarebbero ancor di più, perché la comicità o la satira, è molto più graffiante e più cattiva. È stato un periodo importante, perché arrivare al successo, in quelle condizioni, non era facile, e noi diventammo dei beniamini del pubblico, grazie anche ai nostri primi due film.»
Pensate qualche volta a una reunion?
«Ogni tanto ci ritroviamo fra noi per divertirci, ma a fare una reunion ufficiale no. Succede ogni tanto che Jerry o Umberto siano impegnati per l’inaugurazione di un locale, in quel caso ci ritroviamo a fare qualcosa insieme. È successo a Roma ultimamente, Jerry era in un locale e ci siamo ritrovati lì. E subito dopo sui social sono rimbalzate foto di noi sul palco, scrivendo I Gatti riuniti, fu solo un quarto d’ora ma è successo di tutto. È bello tutto quest’affetto ed il fatto che ancora ci chiedano di riunirci. Forse saremo l’unico gruppo che non si riunirà mai ufficialmente, resteremo nella storia, come rimarrà nella storia che ci siamo sciolti nel momento di più grande successo.»
Negli anni 80 il successo era gestito diversamente da oggi, basta una semplice clip sui vari social e potreste ritornare alla grande…
«Non frequento i social è stata mia moglie, che segue i social, a farmi vedere una clip di uno che ci ha ripreso e ha scritto I gatti riuniti, avendo moltissime visualizzazioni e commenti.»
Perché non frequenta i social, c’è qualcosa che non va per lei?
«Preferisco il cartaceo, poi anche per una forma di snobismo. Tutti hanno un pc, io voglio essere l’ultimo senza computer.»
Progetti imminenti?
«A settembre inizio le prove con uno spettacolo che andrà in scena da metà ottobre, La Mia Futura Ex. Debutterò al Teatro Roma e rimarremo per tre settimane, poi gireremo fino a Natale.»
Con Alba nel cast?
«No, ma non è detto, anche perché ultimamente abbiamo parlato di una mezza idea di rifare “coppia” artistica in uno spettacolo teatrale, ma non si sa.»
Oltre al teatro ci sono progetti in tv o al cinema?
«Certe cose televisive non posso dire che non m’interessano, forse non mi chiamano. Quest’estate continuo con il mio spettacolo musicale sugli anni ’60, Mi ritorni in mente, che porto in giro da sei o sette anni, dove racconto dei festini o delle mie gite scolastiche. Strano che la mia prima gita scolastica, ai tempi delle medie, è stata proprio a Vico Equense. Ho dei ricordi bellissimi, la famosa pizza di Vico!»
Pensa di fare qualche regia, qualche film, scrivere qualcosa…
«Mia moglie Ada si arrabbia spesso con me, perché dice che so scrivere benissimo e non scrivo. In realtà, ho bisogno di qualcuno che scriva, perché io devo camminare, mentre dico le cose. Lei nonostante sia una scrittrice, in questo periodo sta scrivendo l’ultimo libro sull’astrologia del 2016, ogni tanto mi chiede consigli. Ha anche, gentilmente, scritto in un suo libro, ringrazio il mio correttore di bozze, mio marito. Forse non mi dedico ad altro poiché non ho ancora esaurito lo studio come attore. Sono ancora molto curioso della mia professione, e a volte succede spesso che in teatro do una mano al regista.»
Ha un figlio grande, che papà è?
«Io e lui siamo molto legati, da sempre, da interessi comuni, attività sportiva, tifo sportivo per la Juventus. Il nostro modo di comunicare è molto sottile ma molto profondo. Io e mio figlio abbiamo un bellissimo rapporto da sempre. Ho abitato a Milano fino ai suoi vent’anni, dopodiché mi sono trasferito a Roma per lavoro. Per lui ho anche gestito la mia attività da lontano e la mia vita personale, per restargli vicino, adesso ha trentatré anni, quindi cammina da solo.»