Per il primo disco inciso da mamma (Paola, la figlia nata dalla relazione col chitarrista Paolo Carta due anni fa), Laura Pausini ha chiamato il meglio del pop italiano al momento e l’ha coinvolto in un super-progetto che oggi si chiama Simili.
Il disco esce in vari formati (anche in lingua spagnola) e ha anche un mini-film (incluso come dvd nella deluxe version) che è il lato più spassoso di tutta la rentrée della Laura nazionale. Nel momento in cui scoppia la polemica autoreferenziale e stupida sugli inviti mancati al lancio del suo nuovo capitolo discografico a Miami (dove partecipa al talent La Banda), il filmato che abbiamo visto in anteprima non solo ci offre una visione su come Laura intende aggiungere i 15 nuovi pezzi al suo repertorio, ma anche come le interpreta visivamente. Finalmente libera dalle etichette, nei mini clip osa parrucche e acconciature, riecheggia in paesaggi lontani e ammicca a icone della dance degli ultimi anni come mai ha fatto prima. «Ho voluto metterci i primi 13 pezzi che parlano delle persone e gli ultimi tre che sono più vicini a me – ha detto in collegamento con la stampa italiana adunata a Milano – perché per la prima volta nella mia carriera ho pensato che fosse più interessante ascoltare e raccontare gli altri che parlare solo di me. Sarà perché da quando sono mamma le storie degli altri mi affascinano di più».
Il tentativo di rinnovamento lirico riesce a quasi perfezione, quello sonoro a metà. Nel senso che i testi del disco sono davvero altissima creatività consegnata alla voce più conosciuta d’Italia. Per la musica, oltre a qualche venatura dance e molte incursioni nel latin pop, poco è concesso alle novità.
“200 note” di Tony Maiello è tra queste, ad esempio, e come spiega la stessa artista «per la prima produzione davvero dance della mia carriera ho chiamato L’aura (il pezzo si chiama Io c’ero (+ amore x favore) ndr) – e mi sono affidata alla sua scrittura, era un terreno molto nuovo per me. Poi ho chiamato Biagio Antonacci, che ritorna a scrivere per me e ne sono entusiasta».
Antonacci le ha regalato un primo singolo che ha disorientato la sua fan-base (Lato Destro del Cuore), ma almeno per una volta, il coraggio le ha permesso di affrancarsi dalle dita puntate sulla sua ripetitività. Insomma, bella mossa, anche se commercialmente rischiosa. Poi c’è Tornerò (con calma si vedrà), sempre da annoverare tra le sonorità insolite in un disco Pausini. E spunta la firma di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, «che ha scritto la canzone più importante della mia carriera perché è riuscito a essere un Modugno attualizzato». Il pezzo (notevole) si chiama Sono solo nuvole e potrebbe diventare un nuovo evergreen. Il secondo singolo dell’album italiano a ben guardare più atteso dell’anno è quel Simili che lo intitola e che diverrà la colonna sonora della nuova serie di Braccialetti Rossi. Laura ha una lunga storia con il serial tv della Rai: Nicolò Agliardi, autore della sigla, è un suo fido collaboratore anche in questo disco e in passato alcune sue canzoni sono già finite nel film tv. Ora rischia di diventare anche personaggio tv lei stessa, a tutti gli effetti. Ha partecipato a The Voice in Spagna e Messico e terminerà La Banda per il mercato latino degli Usa nei prossimi mesi. Il 14 novembre sarà su Rai Uno con uno speciale tutto dedicato a lei. E ritornerà in tv a Sanremo con Carlo Conti il prossimo febbraio. «Però lì farò l’ospite, perché ho poco tempo per prepararmi e fare Sanremo da conduttrice merita di più». Alla fine, la patria è sempre quella che la giudica con più rigore. Quindi, per il momento e per chi vorrà, godiamocela in musica.
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