“Bella e Perduta”, il film di pre-apertura del 33° Torino Film Festival – in programma dal 20 al 28 novembre – è la nuova opera di Pietro Marcello. Il regista casertano, a sei anni dalla vittoria del suo “La Bocca del Lupo” (unico film italiano ad aver vinto il festival), torna al TFF per presentare in anteprima italiana, in data mercoledì 18 novembre, la sua ultima fatica cinematografica.
Dalle viscere del Vesuvio, Pulcinella, servo sciocco, viene inviato nella Campania dei giorni nostri per esaudire le ultime volontà di Tommaso, un semplice pastore: mettere in salvo un giovane bufalo di nome Sarchiapone. Nella Reggia di Carditello, residenza borbonica abbandonata a se stessa nel cuore della terra dei fuochi, delle cui spoglie Tommaso si prendeva cura, Pulcinella trova il bufalotto e lo porta con sé verso nord. I due servi, uomo e animale, intraprendono un lungo viaggio in un’Italia bella e perduta, alla fine del quale non ci sarà quel che speravano di trovare.
«Ho imparato a guardare l’Italia contemplando il suo paesaggio dai treni, riscoprendo di volta in volta la sua bellezza e la sua rovina – racconta il regista Pietro Marcello -spesso ho pensato di realizzare un film itinerante che attraversasse la provincia per provare a raccontare l’Italia: bella, sì, ma perduta […] Quando mi sono imbattuto nella Reggia di Carditello e nella favola – perché di favola si tratta – di Tommaso, “l’angelo di Carditello” – il pastore che con immensi sacrifici ha deciso di dedicare tanti anni della sua vita alla cura di un bene artistico abbandonato – ho visto una potente metafora di ciò che sentivo la necessità di raccontare: dopo la morte di Tommaso, prematura e improvvisa, “Bella e Perduta” – nato inizialmente come un “viaggio in Italia” destinato a toccare altre tappe – è diventato un altro film, sposando fiaba e documentario, sogno e realtà». Carditello rappresenta quindi per l’autore non solo l’emblema della bellezza perduta e della lotta del singolo, ma anche il complesso rapporto tra uomo e natura.