Lino Guanciale è il nuovo beniamino della tv italiana. Il pubblico lo ama per la sua aria da ragazzo della porta accanto, bello, acqua e sapone, solare, intelligente, ma soprattutto bravissimo e talentuoso attore, senza sbavature alcune. Quest’anno, infatti, per la sua attività teatrale, ha ricevuto il Premio Flaiano. Dopo le fortunatissime serie tv, Che Dio ci aiuti e La dama velata, lo vedremo in altre importantissime fiction Rai. Abbiamo incontrato Lino Guanciale al Gran Galà della quinta edizione del Social World Film Festival di Vico Equense e abbiamo scambiato qualche chiacchiera.
Con le ultime fiction hai raggiunto un grande successo, il pubblico ti ama…
«Essere seguiti dal pubblico è uno dei primi valori per chi fa questo mestiere. È un rapporto cui tengo molto, quello con la gente. Mi diverte essere fermato per strada, la gente si appassiona a quello che faccio. Amo anche le loro critiche, penso sia utile per un’artista, perché cresce anche grazie al dialogo costante con chi lo segue.»
Qual è secondo te il motivo del tuo successo, simpatia, bellezza, ruoli brillanti?
«Credo sia il fatto di aver dimostrato di avere una vena brillante, che funziona e diverte le persone e le fa sentire a proprio agio, quando quella faccia entra nelle loro case. Tutto sta a dimostrare che, oltre a quello, ci sono altre frecce all’arco di cui uno dispone. Per me è un buon momento, perché mi si sta dando l’opportunità, di dimostralo tutto ciò.»
Prossimamente ti vedremo in altre fiction?
«Sì, ho appena finito di girare un poliziesco, Il Sistema, un genere che la Rai frequenta poco e che adesso si sta rilanciando. I protagonisti de Il sistema sono Claudio Gioè, Gabriella Pession e Valeria Bilello. In questo periodo sono impegnato, invece, con le riprese de L’Allieva, una commedia gialla molto divertente con Alessandra Mastronardi. Probabilmente ci sarà una cosa molto importante e altre due dopo, insomma, un bel drittone di due anni senza fermarsi mai, credo che non ci sia proprio da dire aiuto o lamentarsi.»
Puoi anticiparci quali sono i tuoi personaggi in queste due fiction?
«Ne L’Allieva sono un medico, Claudio Conforti, un anatomopatologo che insegna all’Università, una figura a metà tra il ricercatore e il medico legale, che ogni giorno lavora per la procura, e, allo stesso tempo fa ricerche. Una figura d’intellettuale, cinico e divertente, credo che la gente si appassionerà. Questa serie è tratta da una collana di romanzi molto fortunata che ha un pubblico agguerritissimo, ci sono dei messaggi su facebook delle appassionate che mi dicono, mi raccomando fallo così’, fallo cosà. C‘è un’attesa prepotente per questo Claudio Conforti, mi diverte molto perché è ancora un personaggio diverso da altri già fatti.
Quello de Il Sistema, il poliziesco, è un giovane sottoufficiale, un po’ ribelle, che fa da compagno a Claudio Gioè, che è il più esperto. È stato divertente lavorare insieme, perché anche nella nostra vita è così, Claudio è un po’ più grande di me, un attore che ho sempre ammirato, adesso è un amico, abbiamo traslato u po’ il nostro rapporto su quello che era il lavoro della finzione.»
Quando andrà in onda Il Sistema?
«Credo in autunno, abbiamo finito di girare da poco, è un progetto molto ambizioso, che ambisce anche a un mercato internazionale, speriamo che, come sembra stia succedendo, trovi collocazione non solo in Italia.»
Non solo tv, ma anche teatro, infatti, ultimamente, hai vinto il Premio Flaiano…
«Sta tenendo su quel gioco che mi ero ripromesso di fare, cioè portare un po’ la dote di visibilità, che la televisione mi da, a teatro, per il lavoro del mio gruppo. Ciò mi da tanta soddisfazione, tanto lavoro da fare, ma anche tanta fatica il conciliare questi calendari deliranti, però insomma sono molto contento.»
Per il teatro pensi di scrivere qualcosa?
«Scrivo già qualcosa per il mio gruppo, tanti testi e copioni. Una cosa che è successa negli ultimi due anni e che ho smesso di dormire, ho scoperto che, se non dormo, posso fare molte più cose.»
Quindi sarai impegnato anche a teatro?
«Abbiamo un progetto, molto bello, con il mio gruppo, sulla Grande Guerra, che debutterà a gennaio a Modena, perché siamo diventati Compagnia Stabile del Teatro di Modena, uno dei teatri nazionali più importanti.»
È una compagnia fondata da te?
«Sì, è raccolta intorno a me e al regista Claudio Longhi, con lui lavoro da molti anni. Era un allievo di Ronconi, anch’io ho lavorato con Ronconi. Con Claudio si è costruito un rapporto portante, e, negli ultimi sei anni, si è raccolto questo gruppo teatrale che macina molto bene insieme. Facciamo tutto tutti.»
Come si è consolidato questo rapporto tra te e Claudio Longhi?
«Ci siamo un po’ riconosciuti, interessava a tutt’è due il lavoro didattico. Lui è un docente universitario, mentre io faccio tantissimi laboratori, una cosa che non ho mai smesso di fare è la didattica teatrale, per esempio, adesso sto facendo laboratorio anche per i carcerati di Modena. Credo che il teatro abbia bisogno tanto di questo, riformare un pubblico nuovo che lo riempia un’altra volta. Con Claudio Longhi ci siamo riconosciuti su quest’obiettivo.»
Scriverai qualcosa anche per la tv, una fiction ad esempio? Ci ha mai pensato?
«Quello non si può mai dire, un po’ di voglia mi sta venendo per scrivere anche per il cinema, per la tv. C’è tanto fermento. Nei prossimi anni, credo che, la nostra tv e il nostro cinema vivranno un momento di rinascita importante, chissà, vedremo.»
Single o fidanzato?
«Felicemente fidanzato, oramai, da qualche anno, con Antonietta Bello. Sa meglio lei quanti sono, perché discutiamo sempre su quando è cominciata.»
Lavorerete mai insieme?
«Un po’ sta succedendo. A teatro abbiamo già fatto qualche cosa insieme, stiamo cercando di tenere distinti i due percorsi, perché credo sia meglio per ognuno, ma se vanno bene riconfluiscono.»
…e nel tempo libero cosa fai?
«Non ho molto tempo libero. Mi piace tanto nuotare, ma è una vita che non lo faccio. Adesso, per fortuna, sta anche tornando un po’ di spazio per il cinema, quindi, probabilmente, questa estate avrò qualche impegno cinematografico, però va benissimo così.»