Liz Taylor e il film “Cleopatra” sono al centro del nuovo appuntamento con “Storie di Cinema”. Martedì 14 maggio, in seconda serata, su Iris, Tatti Sanguineti commenta il film di Joseph L. Mankiewicz svelando incredibili retroscena del cast e della pellicola, girata in ben quattro anni fra Pinewood Studios e Cinecittà.
Esistono tre versioni del fatto per cui “Cleopatra” sia stato realizzato a Roma e non a Londra, racconta Sanguineti: «Per il maltempo e i tornadi, che distrussero le scenografie. Per motivi fiscali della Taylor. Perché in Inghilterra, i sindacati non lasciavano lavorare il parrucchiere americano di Liz». «Il film», ricorda il critico savonese, «fu girato in sequenza, perché mancava la sceneggiatura e perché Mankiewicz scriveva di notte imbottito dell’anfetamina del Dr. Feelgood».
Varie le pecche imputate al kolossal. Sanguineti spiega: «Antonio entra in scena dopo 80 minuti e ce ne mette altri 75 per baciare Liz: gli spettatori dovevano aspettare più di due ore e mezza perché la cosa ‘quagliasse’. Il film, poi, è troppo lungo e molte cose spariscono al montaggio e non ci si capisce più niente».
Alberto Arbasino, su questo tema scrisse: «Parecchi personaggi notevoli spariscono a un tratto senza motivazione e ne imperversano improvvisamente altri di cui non si sa nulla perché è saltata l’inquadratura che spiegava chi sono (…). Oltre tutto sembra un film economicissimo, i soldi spesi non si vedono mai, pare girato quasi tutto in interni, in primi piani, con modellini artigianali e scene arrangiate all’ultimo momento portando via i regali della Prima Comunione alla figlia del portiere di Cinecittà».
In 632 giorni di set, Sanguineti si chiede quanto «I ‘casini’ della vita di Liz Taylor e Richard Burton abbiano influenzato le scene del set, che diventano un reality di superlusso della storia d’amore dei due divi. Se non altro, la permanenza di Liz nella città eterna contribuì al boom economico: a Roma lei scopre la gioielleria Bulgari».
«La leggenda vuole – conclude Tatti Sanguineti – che “Cleopatra” sia un film che semplicemente porta male. La sera della prima a Roma ci fu la sciagura del Vajont. La Fox fallisce. E inizia anche il declino di Cinecittà, almeno nel senso che americani non ci vengono più».
Per “Cleopatra”, la consolazione di quattro gli Oscar: Migliore fotografia, Migliore scenografia, Migliori costumi, e Migliori effetti speciali.