Al Teatro Argentina di Roma, è stata presentata la nuova stagione teatrale diretta per l’ultimo mandato da Gabriele Lavia. L’Argentina ha deciso di non lasciarsi trasportare dagli eventi negativi che ultimamente versano sullo spettacolo, cercando di creare un sistema culturale in grado di ridare linfa vitale ad un settore che riesce a stento a stare a galla. Farlo diventare uno dei luoghi importanti della cultura romana, grazie agli uffici, ai tecnici che hanno dato moltissimo è stato l’obiettivo principale di Lavia. Il teatro è aperto quasi tutti i giorni; il pomeriggio c’è sempre un avvenimento e la cosa che ha funzionato, anche per situazioni con meno appeal, è stato il riscontro con tanta presenza di pubblico.
Lidia Ravera, Assessore alla Cultura e allo Sport nella Regione Lazio ha affermato: «Che cosa i teatri devono diventare per restituire ai cittadini qualcosa di necessario? Tutto sta cambiando e dobbiamo attrezzarci. L’unico modo per rinascere è ripartire da zero, dai libri, dalla musica, dal teatro e dalla cultura. Il teatro Argentina e la Regione Lazio collaboreranno per avventure culturali comuni. Bisogna rendere l’arte accessibile a tutti, restaurando e mettendo a norma tutti i teatri del Lazio.
Gabriele Lavia, si è soffermato sull’organizzazione generale della prossima stagione esclamando: «Abbiamo aperto le porte all’estero, all’Europa, per non dimenticare che Roma è il centro del mondo, è un luogo unico, da qui è partito tutto, la città più bella del mondo. L’occidente è la romanizzazione della società, è un impegno, è il passato. L’uomo è il genio del ricordo e non può essere nulla che non sia già stato o stato fatto.»
La stagione del Teatro Argentina si apre il 4 ottobre con il fascino del teatro giapponese di marionette, il Bunraku, che Sugimoto Hiroshi porta in scena con Sonezaki shinju (Doppio suicidio o Sonezaki), la pièce lontana tre secoli nella sintesi perfetta di testo, musica e azione del drammaturgo Chimatsu Monzaemon.
Dal 24 ottobre al 10 novembre il Teatro Argentina propone il ciclo di spettacoli siglato da Teatro di Roma e Romaeuropa Festival 2013, un connubio artistico che si rinnova per accogliere alcune delle eccellenze del teatro e della danza internazionale: dal regista tedesco Thomas Ostermeier (con Hedda Gabler di Henrik Ibsen, in scena dal 24 al 27 ottobre) al lavoro di Romeo Castellucci e della Società Raffaello Sanzio con l’opera The Four Seasons Restaurant in scena dal 30 ottobre al 3 novembre, per proseguire dal 6 al 10 novembre con il Lago dei cigni della giovane ballerina e coreografa sudafricana Dda Masilo.
Gabriele Lavia porta in scena il dramma dell’individuo di fronte all’ambizione e al successo sociale, I pilastri della società di Henrik Ibsen. Ricordiamo il Francamente me ne infischio di Antonio Latella, appuntamento unico spettacolo del 5 gennaio. Si continua a indagare nella difficoltà e nella complessità che la realtà del nostro tempo suggerisce con Orchidee, il nuovo lavoro di Pippo Delbono, in scena dal 7 al 19 gennaio. Dal 21 gennaio al 2 febbraio Marco Paolini ritorna a raccontare il complesso rapporto tra uomo e natura con lo spettacolo dedicato al grande scrittore americano Jack London, Ballata di uomini e cani.
Dal 6 al 9 febbraio ci sarà Robinson mentre ad alternarsi ci saranno due maestri del teatro internazionale, Andrej Koncalovskij, dall’11 febbraio al 2 marzo con la sua prima regia italiana, La bisbetica Domata e l’argentino Alfredo Arias con Circo Equestre Sgueglia dal 4 al 23 marzo. Alessandro Gassman dal 25 marzo al 6 aprile presenterà RIII – Riccardo Terzo. Il maestro Luca Ronconi dall’8 al 17 aprile porterà Pornografia di Wiltold Gombrowicz.
Dal 29 aprile all’11 maggio andrà in scena Il ritratto d’Europa ideato e portato in scena da Claudio Longhi. Dal 15 al 18 maggio Lear di Lisa Ferlazzo Natoli. Ferdidando Bruni ed Elio De Capitani, dal 20 al 30 maggio presenteranno Frost/Nixon di Peter Morgan, mentre con Il ritorno a casa, ritroviamo un grande regista, Peter Stein con Il ritorno a casa di Harold Pinter.