È stato presentato a Cannes 2013, nella sezione Quinzaine, per la 66esima edizione del Festival del cinema, La danza de la realidad, del regista cileno Alejandro Jodorowsky.
Il Film propone un’autobiografia famigliare in cui la crescita personale si sovrappone a quella di un paese politicamente oppresso.
Scrittore, poeta, drammaturgo, fumettista, regista, nella sua carriera, Alejandro Jodorowsky ha mostrato la voglia di sperimentare qualsiasi forma d’arte.
«Quest’opera è stata portata a termine in totale segreto senza pubblicare foto o interviste – dichiara il regista – Per questo motivo ero molto curioso e agitato nell’osservare la reazione del pubblico. E direi di essere rimasto impressionato favorevolmente».
Con quest’opera cinematografica, Jodorowsky ripercorre la propria vita, ricorrendo ai primi ricordi della sua infanzia, per trovare gli elementi che avrebbero ispirato un percorso artistico fortemente personale. Così, attraverso la scelta di immagini provocatorie utilizza i momenti della dittatura militare per ricostruire il passato della sua famiglia, divisa tra la spiritualità musicale della madre e la materialità politica del padre.
«Per me l’attività cinematografica ha rappresentato un’esperienza fondamentale per la mia vita. In qualche modo è riuscita a cambiare la mia mente, aprendola e aiutandomi ad andare oltre i limiti naturali. In modo particolare, poi, questo film ha rappresentato un viaggio profondo all’interno della famiglia. In primo luogo perché hanno collaborato con me i miei figli e mia moglie, poi perché ho cercato di riconsiderare la figura dei miei genitori. In effetti non credo che il cinema debba essere considerato solo come un piacere o uno svago, ma anche come un esperimento individuale con il quale scoprire e mettere alla prova se stessi. Inoltre, credo che il compito del cinema sia quello di rappresentare l’anima dell’umanità intera».
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