Il presunto scandalo riguardo “Prism”, la fonte principale delle informazioni che le agenzie di intelligence forniscono nel rapporto che ogni mattina viene consegnato al presidente degli Stati Uniti, era un qualche modo già stato previsto da un telefilm. “Person of Interest” di J.J. Abrams, l’ideatore di “Lost”, è in onda in America dal 2011 e in Italia è trasmesso su Premium Crime.
Il tema della “prevenzione del crimine ad ogni costo” è stato rilanciato negli USA dall’ossessione per la sicurezza post 11 settembre 2001 portando ad immaginare di una società in cui ciascun cittadino può essere spiato sulla base del “puro sospetto” di poter compiere atti criminosi, un soggetto che può essere sotto indagine ma senza prove sufficienti ad arrestarlo.
Nella serie tv la lotta al crimine si arriva a combattere anche su Twitter e Facebook, controllando tutto e tutti, rendendo così molto attuale ed accattivate la trama di un telefilm che in America ha sfiorato i 16 milioni di spettatori e la CBS ha già programmato la seconda stagione ed una terza è già in lavorazione.
Mr. Finch è un eccentrico milionario esperto di informatica che dopo l’attentato alle Torri Gemelle di New York ha messo a punto un sofisticato software che permette di prevenire crimini non ancora accaduti. La macchina però non individua soltanto il codice di previdenza sociale del sospettato e nessun altro dettaglio, nessuna prova di colpevolezza. Privati cittadini diventano così dei “sorvegliati speciali”, controllati attraverso telecamere, p.c. , cellulari, carte di credito.
Ma questo è illegale e nessuna agenzia federale può avallare il progetto dunque Finch decide di ingaggiare Reese, un ex agente della CIA creduto morto, per cercare di fermare i futuri criminali.
Tema questo della prevenzione del crimine che era già stato toccato nel 2002 nel film di Steven Spielberg Minority Report. “Person of Interest”, però, è meno fantascientifico e, come ha dichiarato Michael Emerson al Comic Com di luglio a San Diego, «la serie è scientificamente basata su fatti reali perché tutte queste tecnologie esistono e sono sul mercato».