Il coreografo Paco Dècina, nato a Napoli ma ormai da trent’anni a Parigi, porta al Napoli Teatro Festival (dopo una residenza al Théâtre71 di Malakoff nella regione dell”Île-de-France) Précipitations nella splendida cornice del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa. Punto focale di tutta la coreografia è il tempo che si ferma, precipita e si accelera costringendo l’essere umano ad adattarsi di volta in volta. In scena, quindi, domina una sfera di 25 Kg, ideata da Laurent Schneegans, che a mo’ di pendolo ci ricorda la fugacità del tempo e anche un’opera del compianto artista concettuale De Dominicis. Concettuale e minimal è, in effetti, l’intero spettacolo che fa perdere alla fisicità della danza passione e sensualità cedendo il posto ad un corpo più “intellettuale”. Composto da tre quadri, nel primo troviamo anche lo stesso Dècina che con gli altri otto danzatori dà vita ad una partitura coreografica ipnotica e leggerissima; una contact improvisation che regala morbide collisioni, equilibri condivisi, disorientamenti, cadute soffici e traiettorie ardite. Per tutto questo, manca, forse, un momento topico che faccia identificare lo spettatore in un’emozione collettiva. La raffinatezza vince su poetica e pathos.
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