Un anno fa gli Inigo&Grigiolimpido avevano ricevuto il premio per la “Miglior canzone d’amore indie”. Adesso, a un anno di distanza tornano a calcare le scene del panorama rock indipendente con un disco tutto nuovo intitolato: “Controindicanzoni” che sarà disponibile da settembre 2013.
Ad anticipare il lavoro della band pugliese il brano “Faccio il filo a Sofia”, una vera e propria rock ballad che, in maniera diretta ed essenziale, omaggia l’icona vivente del cinema italiano: SofiaLoren. “Sofia Sofia se tu fossi la medicina, io sarei la malattia”, questo uno dei versi minimal ed essenziale del brano che entra in testa come un vero e proprio tormentone.
Il vostro ritorno ha tutto il sapore di un “secondo esordio”…
«Un secondo esordio innanzitutto perché sono passati 4 anni e nell’era dell’usa e getta dopo 4 anni non si ricorda di te neanche tuo fratello. Ancora, siamo cambiati noi sia come formazione che come sound, oltre a essere cambiata l’etichetta che ci sostiene. A proposito di etichetta: io e Luigi Piergiovanni (Label manager Interbeat nonché cantautore con lo pseudonimo di “Rosybyndy”) ci siamo capiti all’istante, è bastata una chiacchierata e qualche telefonata per renderci conto di avere delle visioni comuni su ciò che è diventata la musica oggi e sulle lobby che la gestiscono e veicolano a loro piacimento. Noi probabilmente, ma lui più di me, visto che fa questo lavoro da più di trent’anni, facciamo parte di quella fascia di persone che crede di avere la testa più dura del muro che ha di fronte… e ne siamo orgogliosi!»
Il vostro nuovo lavoro arriva a quattro anni di distanza dal primo disco. Come mai tutto questo tempo?
«Il nuovo disco è nato in due blocchi a sé stanti: 4 brani, infatti, li avevamo già registrati nell’estate del 2010. All’inizio c’era l’idea di pubblicare un Ep, ma non avendo ancora una nuova etichetta discografica, abbiamo deciso di pubblicare sui nostri canali due singoli a distanza di sei mesi uno dall’altro: “Mamma ciao” (Luglio 2011) e “Ivo vs Ale” (Gennaio 2012). Da lì è nato il contatto con la nostra attuale etichetta e ci siamo messi a lavoro sulla seconda parte del disco. Quindi, in realtà, tra live e studio non siamo mai stati fermi in questi anni.»
Cosa dobbiamo aspettarci da “Controindicanzoni”?
«Dovete aspettarvi un disco sincero, poco fazioso e allo stesso tempo leggero e scomodo. Per certi versi, un disco con diverse sfaccettature e punti di vista inusuali, questo almeno per quanto riguarda le tematiche. Musicalmente invece è un lavoro cantautorock, come definisco il nostro genere ormai da tempo, anche se adesso va di moda parlare di “indie”. L’indie però, per quanto mi riguarda, non è un genere musicale bensì una scelta discografica. In questo senso noi siamo indubbiamente indie.»
Ad anticipare “Controindicanzoni”, abbiamo adesso modo di ascoltare “Faccio il filo a Sofia”. Com’è nato questo brano?
«L’idea è nata pensando alla fatidica scena dello spogliarello della Loren nel film “Ieri, oggi, domani..” con Mastroianni che ulula. In seguito è quindi diventata un omaggio a una donna che ha dato lustro al nostro paese incarnandone “la bellezza”.»
Com’è stato per voi vincere il premio per la “Miglior canzone d’amore indie”? Soprattutto data anche la bravura dei vostri “avversari”…
«Ed ecco che la parola “indie” torna, non vorrei diventasse un tormentone! E’ stato importante perché abbiamo preso coscienza di avere un pubblico vasto, nonostante il nostro progetto non sia “sponsorizzato” da nessuna lobby.»
Quali sono i vostri prossimi progetti?
«Far arrivare il nostro disco a più gente possibile sperando in una risposta attenta soprattutto da parte del web, che è diventata ormai l’unica fonte di visibilità. Per quanto riguarda i “live”, suoneremo solo in posti e situazioni congeniali a ciò che facciamo, non faremo promozione gratuita e compulsiva. Vi sembrerà una scelta controtendenza, ma credo che debbano iniziare a pensarla così un po’ tutti i nostri colleghi che fanno dischi e non cover.»
Quali invece i sogni che volete al più presto realizzare?
«Se si parla di sogni allora è giusto esagerare! Sperare qualcosa per me e per la mia band sarebbe abbastanza egoistico, visto che abbiamo la fortuna di poter scegliere (almeno al momento) di fare ciò che facciamo. Il sogno è quello di veder regnare la meritocrazia nel nostro paese: la crisi, infatti, è solo frutto della mancanza di meritocrazia. Io vorrei assistere ad un nuovo “Rinascimento”.»
Quale tra i cantanti del momento ammirate di più? Con chi vorreste magari lavorare per un futuro progetto?
«Con chi ci somiglia umanamente, perché musicalmente anche artisti totalmente diversi possono fondersi e creare qualcosa di nuovo. Per entrare più nello specifico, abbiamo fatto da spalla a Fabrizio Moro nelle sue date in Puglia tra il 2011 e il 2012 e gliene saremo infinitamente grati. Un brano con lui lo faremmo volentieri.»
A proposito di live … a quando il prossimo tour?
«Si spera da Settembre, ovvero a seguito dell’uscita del disco. Dico si spera per ribadire un concetto già espresso in risposta a una domanda precedente: fare concerti per dire di fare concerti non ha senso. Alle spalle non abbiamo una gavetta, ma probabilmente un “gavettone”. Ci siamo bagnati e asciugati con parsimonia in questi anni. Ma adesso, adesso abbiamo voglia di mare aperto!»