«La comunicazione tra uomini e donne è complessa, difficile, praticamente oggetto di uno studio che non si esaurirà mai. In questo film volevo parlare dell’energia della libido femminile che può tormentare i maschi. È difficile rivelare la zona d’ombra delle donne, la parte oscura femminile, quella vita sessuale che è complessa e aspira alla libertà esattamente come quella degli uomini, ma ancora non capita e vista abbastanza». Queste le parole del regista francese Philippe Garrel, che ha portato in concorso a Venezia il film La jalousie, interpretato dal figlio Louis e da Anna Mouglalis. Un lavoro cinematografico intimo dedicato a suo padre, Maurice Garrel, grande attore morto nel 2011. Il figlio Louis interpreta quindi il nonno a trent’anni e la bambina è lo stesso PhilippeGarrel.
Louis è un giovane attore trentenne che lascia la famiglia composta dalla moglie e dalla figlia di 11 anni Charlotte, per rifugiarsi in un piccolo appartamento con un’altra donna, Claudia, anch’ella attrice. La sua povertà si ripercuote sulla vita della ex moglie costretta a lavorare per mantenere da sola la bambina. Louis però si concentra sulla ricerca di una parte per il suo nuovo amore, una stella nascente del teatro che non è riuscita a sfondare. Mentre si impegna nella ricerca, lei lo tradisce e insinua in lui l’angoscia della gelosia. Gli unici punti fermi sembrano essere le altre due donne della sua vita: la figlia e la sorella. Il fulcro del film è l’amore più che la gelosia, ma anche l’abbandono che provano la moglie e la figlia e che poi cadrà anche sulle spalle del protagonista. Nel film è presente anche l’altra figlia di Garrel, Esther.
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