Dopo 13 anni d’assenza, i Dhamm tornano sulla scena musicale con un nuovo progetto discografico. Dal 27 settembre 2013, infatti, sarà possibile ascoltare “La gente giudica”, nuovo singolo della band romana che anticipa l’uscita dell’album d’inediti, prevista per gennaio 2014. Insomma: uno dei gruppi italiani più amati è finalmente tornato a farsi “sentire” e noi di MyDreams abbiamo deciso di intervistare il frontman della band, Alessio Ventura, prima del loro live alla “Stazione Birra” di Roma del 28 settembre…
Siete stati tra le band che hanno fatto la storia degli anni ’90, avete venduto più di 100 mila copie … Adesso la domanda è quasi obbligatoria: come si riparte dopo 13 anni di silenzio?
«Si riparte grazie alla magia: deve scattare come una specie di scintilla. Non molti lo sanno, ma avevamo già provato a suonare di nuovo insieme circa otto anni fa, ma i tempi non erano ancora maturi. Ora siamo cresciuti e abbiamo ritrovato la giusta alchimia. Nei gruppi non è sempre facilissimo trovare un punto d’incontro, adesso però ci siamo rincontrati con gli animi pacati e sereni al punto da aver ricominciato proprio da dove ci eravamo lasciati. D’altronde lo avevamo detto dal primo momento: il nostro è stato un cammino interrotto.»
Com’è nato quindi “La Gente Giudica”?
«Il singolo è nato in modo molto naturale, da una costatazione abbastanza ovvia in realtà. Oggigiorno tutti sentono il bisogno di giudicare e dire la propria sugli argomenti più disparati. La maggior parte delle persone però non parla con cognizione di causa, ma solo per il piacere di parlare. Così a me è tornato alla mente il famoso detto delle 10 P : “Prima Pensa Poi Parla Perché Parole Poco Pensate Portano Pena” ed è venuto fuori il pezzo. Sembra strano, ma nessuno aveva mai pensato di scrivere un brano partendo da un detto popolare …»
E così per questo primo brano ti sei ispirato a un vecchio detto …
«In realtà in questo disco ci sono diversi “episodi” in cui parlano i detti. Ho iniziato a farci uno studio accurato e più andavo avanti, più mi rendevo conto della loro bellezza e soprattutto attualità. Il mondo più o meno gira sempre alla stessa maniera: cambiano vestiti e le epoche, ma non le dinamiche umane. Inoltre nei proverbi e nei detti si resta ammaliati dalla semplicità delle parole, difficile è metterle in pratica.»
Tornate sulla scena dopo 13 anni e vi ritrovate con Facebook, Soundcloud, Spotify e chi più ne ha più ne metta: cosa ne pensate di tutti questi nuovi strumenti di comunicazione?
«Con i social network il primo approccio credo sia per tutto un po’ snob: questo perché uno tende ad allontanare le cose che non conosce. Poi però in pochissimo tempo scopri quante potenzialità ti vengono offerte gratuitamente e non puoi non approfittarne. Per chiunque faccia un’attività come la nostra, Fb & co. sono un’ottima vetrina. Inoltre hanno dato inizio all’indipendenza vera e propria: oggi tanti artisti che non avremmo mai scoperto nascono grazie al fai da te e tutto questo è grandioso!»
Nel corso degli anni hanno etichettato i vostri brani sotto più categorie. Oggi ancora di più si continua a voler per forza classificare la musica: che rapporto avete voi con le etichette?
«Questa domanda calza a pennello con il nostro singolo. Noi rispondiamo con: “La gente giudica”. Io non so cosa voglia dire tutta questa esigenza di fare distinzioni, personalmente non ho mai ascoltato musica pensando alle etichette. Credo che servano di più ai negozi di dischi per riordinare i cd sui vari scaffali. Chi ascolta la musica pensa a godersela, non a etichettarla. Chiunque riesca a fare ogni disco diverso dall’altro ha tutta la nostra stima e ammirazione. Io personalmente sono attratto da chi è sempre in movimento e non da chi resta sempre sullo stesso stile. Per questo apprezzo molto Jovanotti: lui è uno degli artisti in continua evoluzione, ogni suo lavoro è una sorpresa …»
Come vi sentite per il concerto del 28?
«Siamo belli carichi. Un po’ di tempo fa abbiamo già offerto un assaggino, ma giusto per rompere il ghiaccio. Adesso stiamo cercando di controllare l’adrenalina e l’eccitazione. Cercheremo di arrivare al 28 stando attenti alla gestione delle nostre energie…»
Avete già stabilito le date per altri live?
«Ci sono state delle richieste, ma stiamo cercando di compattare le date per formare un tour vero e proprio. Se ne parlerà l’anno prossimo però: adesso pensiamo a ultimare il disco e dopo l’uscita di gennaio penseremo a tutto il resto!»