Accorrete gente alla festa, fino al 10 novembre, non perdere la festa, quella del teatro, della recitazione, dei volti di Napoli, delle voci del popolo. Per chi ancora non lo sapesse al Teatro Sannazaro, fino al 10 novembre, è in scena “La festa di Montevergine” di Raffaele Viviani; un omaggio di Lara Sansone a sua nonna, Luisa Conte, nel ventennale dalla sua scomparsa.
Viviani amava molto questo testo che, però, prevede molti personaggi e quindi ha dei costi di allestimento molto alti. I costi erano un problema già per Viviani figuriamoci oggi con la crisi che investe, come un fiume in piena, il settore cultura. Eppure, quando si entra nella sala di via Chiaia, completamente trasformata, privata delle belle poltrone in velluto, sostituite da sedie di paglia e tavolacci da osteria, si comprende subito lo sforzo imprenditoriale fatto dalla signora Sansone. Del resto la tenacia, la capacità di mettersi in gioco per amore dell’arte, erano le caratteristiche di Luisa Conte che sua nipote ha ereditato appieno.
Viviani era un autore che dipingeva quadri più che scrivere commedie nel senso che i suoi protagonisti sono ritratti dal vivo degli abitanti dei vicoli di Napoli: gli scugnizzi, i contrabbandieri, le donne, i bambini, le puttane dei bassi con il loro linguaggio così crudo, reale.
Lara Sansone dirige questo spettacolo, oltre che recitarvi, ed ha scelto i componenti del nutrito cast ad uno ad uno, come in un mosaico di azulejos spagnolo: ogni attore è un pezzo pregiato che rende il tutto un congegno perfetto. Tutti i movimenti, le battute sono studiate alla perfezione, molti degli attori si sono formati proprio con Luisa Conte.
Nelle due ore di spettacolo si susseguono sentimenti ed emozioni contrastanti: si passa dall’allegria delle festa alla commozione per le suppliche alla Madonna, per poi tornare all’allegria dei giochi da osteria e delle piccole truffe.
Suoni, parole, gesti del popolo napoletano diventano un patrimonio prezioso da mettere a disposizione di tutti coloro che non conoscono le nostre tradizioni, primi tra tutti i turisti.
“La Festa di Montevergine” disegna perfettamente, attraverso tipi e situazioni, una delle più antiche feste del sud, per diventare un autentico documento di costume, un panorama di varia umanità napoletana e popolare: al di là dei suoi alti contenuti sul piano drammaturgico, è stata definita una straordinaria dimostrazione di quel che Napoli può dare al miglior teatro, non solo italiano.
I protagonisti della festa sono: ‘O turrunaro, Adriano Poledro – ‘O sanguettaro, Lucio Pierri – ‘A maesta, Lara Sansone – ‘O maccarunaro, Antonio Nardiello – Il frate, Gino Curcione – ‘O caffettiere, Rosario Giglio – ‘O cafone, Salvatore Misticone – ‘A cafona, Chiara De Vita – Un bambino, Christopher Vanorio – Il cieco, Vincenzo De Lucia – ‘O vrennaiuolo, Ciro Capano – ‘A farenara, Ingrid Sansone – Papele, Corrado Ardone – ‘O tiro a tre, Pasquale Serao, Davide Scafa, Antonio Parisi – Santina, Miriam Solla – Menella, Lucia Armonia – ‘A nonna, Rosaria Russo – Il padre, Mario Aterrano – ‘O zuoppo, Matteo Salsano -Donna Vicenza, Patrizia Capuano – Don Rafele attunaro, Matteo Salsano – ‘O ciucciaro, Ettore Massa – Il mendicante, Corrado Ardone – La cantante, Miriam Solla – Don Antonio o rilurgiaro, Antonio Nardiello – Pappone, Salvatore Misticone – Crapariello, Giosiano Felaco – Graziella, Lucia Armonia – Alfunsino o stalliere, Pasquale Serao – Carluccio ‘o lavacarrozze, Vincenzo De Lucia – ‘A tabaccara, Rosaria Russo – L’acquaiola, Chiara De Vita – Matalena, Marzia di Maio – Il bandista, Ettore Massa – Il declamatore, Gino Curcione – ‘O cantatore, Mario Aterrano – Il primo beccaio, Rosario Giglio – Il secondo beccaio, Corrado Ardone – Sciurella, Marzia Di Maio – Ova ‘e papera, Savio De Martino e inoltre il coro dei fedeli Savio De Martino – Marzia Di Maio – Rosaria Russo – Miriam Solla Vincenzo De Lucia – Antonio Nardiello – Mario Aterrano – Adriano Poledro-Greta Gallo – Gabriel Vanorio.