In un momento storico in cui sono ancora in molti a far finta di non sentire, nella città di Acerra (una delle più avvelenate del meridione), l’Associazione Osea insieme all’A.I.L. (Associazione Italiana contro le Leucemie) trasformano in musica le urla provenienti dalla terra dei fuochi.
Se questa fosse la normale recensione di uno spettacolo, scriverei semplicemente che ieri sera, 20 ottobre 2013, sul palco del Granile del Castello Baronale di Acerra sono intervenuti in molti: dal cantautore emiliano Marco Ligabue al baritono acerrano Felice Tenneriello, dal rapper Dope One al cantante (nonché presidente dell’associazione Osea) Luigi Iannuzzi.
Quello di ieri però, non è stato uno show: gli artisti non si sono solamente esibiti, bensì donati per una causa che va ben oltre la musica.
Marco Ligabue ha percorso più di 600 km in autostrada per far respirare aria diversa da quella dei roghi tossici a quelli che erano presenti al concerto. Non erano in molti a conoscere le sue canzoni, eppure il pubblico per intero ha iniziato a cantarle dopo il primo ritornello. Questo perché Marco, insieme al chitarrista Jonathan Gasparini, ha cercato di ricordare a tutti che al mondo esistono anche cose belle.
La platea che ha accolto il cantautore non era composta solo da fan dell’artista: presenti all’appello erano soprattutto le famiglie, ognuna con la sua storia e con la sua carica di veleno. Avrebbero potuto fischiare il cantante e tutti gli altri che si sono esibiti dopo, ma non l’hanno fatto.
Il pubblico si è divertito prima a imparare le canzoni di Marco, poi addirittura a tradurle in L.I.S., ovvero nella lingua italiana dei segni, per il brano “La Differenza”. Ed ecco che senza saperlo, a modo suo Ligabue ha trovato anche il modo di parlare non solo ai sordi, ma anche a tutti quelli che, come dicevo prima, fanno finta di non sentire.
Dopo la scarica di adrenalina donata da Marco e Jonathan, la serata è continuata prima con l’esibizione del rapper Dope One, dopo con quella del cantante Luigi Iannuzzi che ha riproposto cover molto apprezzate dal pubblico, poi c’è stata la performance dell’ABA (Accademia Ballo Acerra) e la proiezione del corto di Michele Gaglione. A chiudere la serata il baritono Felice Tenneriello: l’artista ha dedicato alla sua città un brano di Renato Zero. Nonostante Tenneriello sia ormai un cantante lirico di fama internazionale, non ha potuto fare a meno di tornare ad omaggiare la sua terra attraverso il suo più grande talento: la voce.
Lo spettacolo di ieri sera si intitolava: “Music for life”. Nessun artista ha spiegato perché era lì, nessuno ha ritenuto necessario commentare: tutti hanno “semplicemente” suonato e cantato.
Di certo la musica non può ancora sconfiggere la morte, ma tutti coloro che si sono messi in gioco ieri sera hanno dimostrato che almeno cantare, suonare, ballare … e anche partecipare a queste forme d’arte non cambia solamente il corso di una domenica sera, bensì migliora la nostra vita.
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