Molti li conoscono, diversi li ricordano, tutti dovrebbero apprezzarli per la straordinaria capacità espressiva e evocativa. Una bandiera sarda sicuramente , ma non certo un fenomeno limitato alla splendida isola, ma da li pronto a riconquistare, se mai ce ne fosse bisogno, il pubblico dell’italia intera. Oggi conosciamo il nuovo cantante, che proprio a partire dal nuovo singolo il “Respiro del silenzio”, entra a far parte dei Tazenda, Nicola Nite ed insieme a lui riscopriamo l’universo di questa perla musicale italiana. Se negli anni novanta spuntava la luna dal monte, oggi spunta un grande successo dai Tazenda.
Partiamo proprio da te, primo singolo dei Tazenda con te in formazione, come nasce il tuo arrivo nella band e che esperienza stai vivendo in questo momento.
«Sto vivendo un’esperienza surreale, perché sono sardo e ho 35 anni, i Tazenda esistono da 25 anni e per noi sardi sono sempre stati una bandiera nel mondo,uno dei primi concerti della mia vita è stato proprio un concerto dei Tazenda per cui per me erano e sono sempre stati un sogno. Io sono arrivato a far parte di questa formazione in modo molto singolare, il chitarrista della band, mio caro amico, mi contattò mentre era per lavoro negli Stati Uniti e mi disse che la band cercava un cantante ed io onestamente gli ho chiesto cosa volesse da me, forse un suggerimento, mai pensavo che parlasse di me.»
Arriviamo al “Respiro del silenzio” brano scritto con la collaborazione di Mogol e Checco dei Modà, che pezzo è e sopratutto come sono nate queste collaborazioni.
«L’incontro con mogol è stato determinante; è la classica situazione nella quale si incanalano diverse conseguenze da un unico spunto. Aveva scritto questo testo con noi, questo inverno noi stavamo realizzando il respiro del silenzio, canzone capricciosa , è un testo molto intenso, molto profondo, scritto da un uomo maturo che si mette sempre faccia a faccia con quello che arriva dalla vita. Fondamentalmente i problemi e le cose che ci circondano non cambiano, i dubbi,le insicurezze le gioie e i dolori sono gli stessi di quando eravamo piccoli o di quando saremo più grandi di adesso, cambia semplicemente il punto di vista che è più maturo più riflessivo, ma questa rimane una canzone d’amore da dedicare a chi vuoi bene. La collaborazione con Checco anche è nata per caso, noi eravamo in studio per lavorare su Cuore e Vento(singolo dei Modà con la collaborazione dei Tazenda, uno dei due inediti contenuti nel re-packaging”Gioia. . . .non è mai abbastanza” uscito il 19 novembre) ed è nata l’idea di coinvolgerlo anche nel Respiro del silenzio.»
Il singolo preannuncia l’uscita di un disco, quando e che disco sarà, ci saranno altre collaborazioni?
«Collaborazioni con frontman non credo siano previste, poi le vie del signore sono infinite quindi non si può mai dire, dovrebbero esserci collaborazioni con altri musicisti. L’uscita del disco per adesso non è prevista, saranno pubblicati altri singoli nel corso dell’anno e poi in vista della prossima estate dovrebbe arrivare la pubblicazione dell’album.»
Indiscutibilmente i Tazenda sono una bandiera sarda nel mondo, avete mai sentito la responsabilità di dover raccontare la vostra terra?
«La responsabilità direi di no, il raccontare la nostra terra è sempre stato un desiderio,raccontare quello che ci circonda. Noi abbiamo in repertorio un pezzo, neanche uno dei più famosi, che si chiama “Pane Caente”, indiscutibilmente una delle mie preferite,che parla proprio di questo. Nella canzone ci si racconta e io chiedo se sei mai stato nei paesi del centro Sardegna nei quali sembra essersi fermato il tempo, e quando ci vai ti senti trasportato indietro nel tempo, con l’odore dei camini accesi, qualche cavallo per strada. Ecco noi siamo sempre così trasportati nel tempo, è una sensazione semplice da assorbire quando ci si vede dal vivo, meno da descrivere a parole.»
Chi ha avuto la fortuna di vederla sa che la Sardegna è una terra pregna di magia, dovessi tu trovare una parola o una suggestione per definirla a chi ancora non la conosce, come la descriveresti?
«La Sardegna è meravigliosa con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. È una bellissima donna che non ti corteggia neanche più di tanto, se tu ti innamori di lei, lei si innamorerà perdutamente di te per tutta la sua vita e con tutti i suoi figli, ma se questa alchimia non si scatena lei non porterà rancore. Da vedere poi si descrive da sola, un posto bellissimo, con un carattere unico. Ovviamente va fatto un discorso diverso per la Costa Smeralda perché non rappresenta più la Sardegna originale.»
Avete spesso sperimentato il bilinguismo, parte delle canzoni in sardo e parte in italiano, c’è una necessità espressiva diversa nelle due lingue, o la scelta è più legata alla ritmica?
«Noi non rappresentiamo una terra facendo quello che facciamo, ovvero scrivere parte in italiano parte in lugudorese (il nostro non è prettamente sardo ma una variante del lugudorese, una cosa un po’ più comprensibile per tutta l’isola), ma rappresentiamo un popolo, e non è una cosa molto comune ma sicuramente più universale. Per mantenere una nostra unicità che continuiamo a fare così, anche perché Gino che scrive per i Tazenda ha una capacità espressiva straordinaria e per noi è un marchio di fabbrica. Ultimamente abbiamo voglia di tornare ad uscire dall’isola così come è successo con Spunta la luna dal monte, scegliendo un linguaggio più comprensibili, con testi non più solo in sardo, per poter tornare a raccontare una storia in modo più universale.»
Prossimi appuntamenti live?
«Ora ci stiamo onestamente riposando un po’, dopo tanto lavoro in studio e in giro, ma a partire da capodanno riprenderemo sicuramente la tournèe ,che ci riporterà in giro. Abbiamo molta voglia di tornare a suonare dal vivo.»