In concomitanza con le repliche di Prima del Silenzio e in occasione dell’uscita del libro Gli Amici dei Miei Amici Sono Miei Amici. La letteratura e il teatro di Giuseppe Patroni Griffi di Mariano D’Amora (Bulzoni ed.), il Teatro Mercadante ha voluto offrire un omaggio al grande scrittore – drammaturgo – regista partenopeo, la sera di giovedì 21 Novembre, nella sala del Ridotto. Un incontro tra pubblico, attori e personalità del teatro che, a vario titolo, hanno conosciuto, stimato, lavorato col grande Maestro scomparso nel 2005.
Si è trattato di un viaggio nella vita e nelle opere dello scrittore – regista che è stato una delle personalità più importanti del teatro e della cultura italiana del secondo Novecento.
Dai suoi esordi in radio a Roma nel ’45, come autore di radiodrammi all’E.I.A.R. (che sarebbe poi diventata la RAI), dopo essere sfuggito a un bombardamento dello stesso Mercadante, alla sua epurazione dalla radio-TV pubblica nel ’58 per omossessualità, fino ai grandi successi letterari, teatrali e cinematografici di testi come D’Amore Si Muore (’58), Metti Una Sera A Cena (’67), Persone Naturali e Strafottenti (’74) e appunto Prima Del Silenzio (’79). Ma la carriera del drammaturgo e del regista si è sempre intrecciata con quella di narratore e romanziere, come attestano tre opere importanti per la letteratura italiana, al pari di quelle dei suoi sodali e conterranei La Capria, Ortese, Ghirelli: Ragazzo Di Trastevere, Scende Giù Per Toledo, La Morte Della Bellezza. In tutti i suoi lavori, drammaturgici e letterari, si possono ravvisare alcuni temi ricorrenti: l’amicizia, la bellezza giovanile eternata dalla scomparsa prematura, l’amore tanto omo quanto eterosessuale, la nostalgia per un mondo cancellato per sempre dal conflitto mondiale, e infine un rapporto di odio/amore verso la sua città natale che di volta in volta assume il ruolo di madre e matrigna dei suoi figli, ma che è comunque sempre presente nei suoi lavori. Persino nel suo ultimo testo Una Tragedia Reale del ’99, che trae spunto dalla morte di Lady Diana, ma i cui personaggi e ambientazioni sono immancabilmente napoletani. Il tutto sempre condito da una buona dose di critica e avversione verso quella borghesia che sempre lo aveva avversato. Da qui il carattere dirompente e scandaloso per l’epoca di tutti i suoi testi. E non è un caso che ad interpretare il suo dramma forse più forte, Persone Naturali e Strafottenti, avesse chiamato – tra gli altri – quella Pupella Maggio che in quel periodo (grazie soprattutto alla messa in onda della RAI di tutto il teatro di Eduardo) era diventata il simbolo del Teatro Borghese. Insomma, un artista a tutto tondo che come altri della sua generazione (Moravia, Testori, Pasolini), dopo l’esordio in narrativa, approda al teatro che – in quell’epoca, a metà anni Cinquanta – meglio di qualsiasi altro medium sembra prestarsi al superamento della crisi del Neorealismo.
L’omaggio al Maestro è proseguito poi con letture dei passi più belli e significativi della sua Opera eseguite dagli attori Leo Gullotta, Claudio Di Palma, Gino Curcione e Cristina Donadio. A moderare la serata Luca De Fusco, direttore dello Stabile partenopeo e Fausto Nicolini, assistente di Patroni Griffi per buona parte della sua carriera teatrale e custode di tutto l’archivio cartaceo del Maestro, cui l’autore d’Amora deve un contributo essenziale per la stesura di un volume che promette di essere fortemente godibile e interessante. Non solo per gli addetti ai lavori.