Lewis Allan Reed, in arte Lou Reed, è stato consacrato come uno dei più grandi artisti del rock negli ultimi 50 anni e ad un mese dalla sua morte, se ne ricorda vivamente l’indimenticabile musicalità ricercata. E’ uscito di scena a 71 anni, dopo una lunga malattia, seguìta da un recente trapianto al fegato, un formidabile polistrumentista di origine ebraica che è riuscito ad impiantare dagli Stati Uniti all’Italia le sue grandi performance; dall’esordio con i Velvet Underground, per poi consacrare la sua carriera da solista. Se ne va un pezzo di storia della musica,che ha stravolto la storia del rock, coinvolgendo una popolazione di seguaci eterogenea. Influenzato dal jazz e da una professionalizzazione dell’utilizzo della chitarra, che lo ha portato negli anni, a diventarne il maestro indiscusso. Nessuno che non conosca il suo cavallo di battaglia “Walk on the side” o ancora l’intramontabile “Perfect day”; durevole come lo sarà lui, che rimarrà vivo nei cuori di tutti coloro che lo hanno cantato, che con sottofondo le sue note ci hanno sognato. Una personalità tormentata, esposta continuamente ad episodi di droga e di sesso, un uomo solitario che ha trovato nell’espressione della sua musica, una voglia costante di comunicare la poesia, note con un’anima, e che anche durante il periodo di lunga battaglia della sua malattia, ha fatto della ricercatezza, l’elemento rappresentativo. Lou: un poeta,un uomo profondo.
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