Il 29 novembre 2010, esattamente tre anni fa, veniva a mancare uno dei più grandi registi del cinema italiano e internazionale: Mario Monicelli.
Nonostante fosse malato di tumore alla prostata in fase terminale, il maestro ha deciso lui stesso la sua morte: ricordiamo questa triste giornata in quanto si suicidò gettandosi dal quindi piano del reparto di urologia dell’ospedale San Giovanni a Roma.
Potremmo dilungarci per ora a cercare spiegazioni al suo gesto, ma è la sua morte che vogliamo ricordare. Seguendo il consiglio dell’ultimo scritto lasciatoci da Cesare Pavese: “Noi non vogliamo fare pettegolezzi”.
Ricordare questa data significa omaggiare il Leone d’oro al film “La grande guerra” e riflettere su come “Amici miei”, “I soliti ignoti” e “L’armata brancaleone” hanno cambiato per sempre le sorti della settima arte,
Imprevedibile, eclettico, brillante: sono semplici aggettivi che cercano di descrivere un uomo straordinario.
Un artista che solo la malattia è riuscito a fermare, un regista che ci ha raccontato un mondo in evoluzione e svelato verità universali.
Monicelli ha gestito la sua vita fino in fondo e ci ha donato la chiave giusta per assaporare ogni attimo della nostra. Un pensiero oggi va quindi a lui e ai suoi lavori che continueranno per sempre a parlarci di lui, per lui.
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