Il Teatro Bellini Stabile di Napoli propone, nella sua sala piccola, una novità (per l’Italia) di Neil LaBute, uno dei drammaturghi-sceneggiatori-registi più apprezzati d’oltreoceano, dal titolo Some Girl(s) (repliche dal 29 al 1° e dal 5 al 15 Dic.; biglietti: intero e. 15, under 30 e politeatro card e. 10).
Si tratta di una pièce (da cui quest’anno è stata tratta anche una versione cinematografica) dal sapore pinteriano sul confronto/conflitto tra i sessi e su una certa misoginia dell’uomo (temi riscontrabili un po’ in tutta la produzione teatrale e cinematografica di LaBute), svolta in chiave ironica (ma forse è meglio dire tragicomica) e naturalistica, come nel cinema di Rohmer, padre della Nouvelle Vague, cui il testo è dedicato. Il giovane Guy (in inglese Guido, ma anche “ragazzo”), alla vigilia del matrimonio, preso da sensi di colpa e – forse più – da una forte ambizione egocentrica, decide di intraprendere un viaggio per gli States alla ricerca di sue vecchie fiamme, da cui sente di doversi far perdonare. Ciò lo porta anche ad affrontare un viaggio nel tempo e nella psiche femminile e sua propria. Il risultato è la collezione di un’altra serie di fallimenti, di cui il protagonista finalmente prenderà atto. O forse no…
Il testo non è certamente un capolavoro di drammaturgia (pochi sono i punti di svolta drammatici), ma ha il pregio di condurre lo spettatore ad interrogarsi sui propri comportamenti relazionali, dal momento che offre – nei suoi cinque quadri – un vasto campionario di figure femminili e, di conseguenza, di tipi di relazioni. Un altro punto di forza dello spettacolo è che ogni incontro viene vissuto con leggerezza, senza però sorvolare sui momenti più critici del confronto. Il tutto con un linguaggio moderno e colloquiale, che pone queste esperienze molto vicino a quelle del pubblico. Merito questo anche della regia fresca e asciutta di Marcello Cotugno che, con pochi accorgimenti scenici e una valida direzione degli attori, scivola gradualmente dalla commedia al dramma psicologico, per poi tornare a sorridere. Bravi anche gli attori, sui quali unicamente poggia la riuscita del testo: Gabriele Russo vs (di volta in volta) Martina Galletta, Rachele Minelli, Bianca Nappi, Roberta Spagnuolo, Guia Zapponi. Belli ed eleganti le scene di Luigi Ferrigno e i costumi di Annapaola Brancia D’Apricena.
Una particolarità: andando a teatro il pubblico troverà la guida per poter assistere al quinto episodio collegandosi da casa on-line. Un bel modo nuovo per trasformare l’evento teatrale in un evento multimediale. Uno spettacolo sobrio, brioso, empatico, che vale la pena vedere anche perché uno dei rari esempi di drammaturgia contemporanea in circolazione in Italia. Che non è poco.
Godibile.