L’Italia è patria di grandi talenti e questa è cosa nota, ma forse non tutti sanno che il nostro paese è, secondo i bene informati, seconda solo agli Stati Uniti per autorevolezza dei propri musicisti jazz. Eh si proprio così, noi quasi non ce ne eravamo accorti ma avevamo a portata di mano una ricchezza musicale infinita che troppo spesso facciamo passare inosservata o quasi. C’è anche chi propone di fare del jazz italiano una delle nostre bandiere del mondo anche a scopo turistico commerciale, e a dirlo non è il primo che passa ma Renzo Arbore, autore e musicista di grande spessore ma anche presidente della Fondazione di Partecipazione Umbria Jazz manifestazione ormai consolidata che rappresenta un momento importantissimo nel panorama, non solo nazionale, ma anche europeo e mondiale della musica jazz. Anche quest’anno si rinnova l’appuntamento invernale con l’Umbra Jazz Winter, appunto, arrivato alla ventunesima edizione, e anche quest’anno ospitato nella cornice quanto mai suggestiva di Orvieto. Una formula ormai consolidata che prevede una perfetta fusione tra turismo e grande musica con appuntamenti senza soluzione di continuità dalla mattina fino a tarda notte nei luoghi più significativi, storicamente e artisticamente, della splendida cittadina umbra, quali il Duomo realizzato tra il 300 e il 500, ma anche il teatro Mancinelli di fine 800, Palazzo del Popolo e tanti altri luoghi fantastici che faranno da cornice a spettacoli imperdibili. Eh si perchè poi il forte della manifestazione rimangono i musicisti, grandi anzi grandissimi nomi del panorama internazionale che da Umbrai jazz vengono attratti in Italia così come non succede per nessuna altra manifestazione musicale nel nostro paese, una sorta di mostra di venezia ma della musica, e come la legge del jazz vuole saranno moltissimi gli esperimenti che anche durante questa ventunesima edizione prenderanno vita, con ensemble di musicisti mai visti prima suonare insieme. Ma torniamo ai nomi perchè anche da soli fanno notizia, tanto da far decidere ad una delle emittenti radiofoniche più seguite negli States di volare in italia per seguire i concerti; grandi professionisti come Warren Wolf, Joe Locke e Melissa Aldana, ma anche italiani come Enrico Rava, Paolo Fresu e tanti altri.
Jazz italiano come bandiera del nostro paese nel mondo dice Renzo Arbore, che sostiene anche che i musicisti che di questo genere sono dei virtuosi siano molto economici rispetto a tanti altri più o meno del loro calibro,il che non guasta, perchè da la possibilità, anche in tempi di crisi, di organizzare una manifestazione con un calendario di eventi ricchissimo, tanti appuntamenti che difficilmente si riuscirebbero a seguire tutti, anche se per tutti varrebbe la pena per la suggestione inconfondibile, la capacità evocativa e quasi l’ alone di spiritualità che solo il grande jazz sa suscitare; e per una volta non dovremo essere noi italiani appassionati di musica a dover volare verso mete lontane chiedendoci perchè da noi non si facciano cose del genere, ma sarà il resto del mondo a dover bussare alla nostra porta, che noi spalancheremo volentieri per dare a tutti, un po’ tronfi ed orgogliosi, il benvenuto, dal 28 dicembre al 1 gennaio, ad umbra jazz, patria della musica che conta.
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