Dal 21 dicembre, e fino al 26 febbraio Palazzo Madama di Torino accoglierà tra le sue sale la “Sacra Famiglia con San Giuseppe imberbe” di Raffaello, una delle maggiori opere del Rinascimento italiano.
L’opera proveniente dalla collezione del Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo sarà accolta in Italia sulla base di uno scambio con il nostro Antonello da Messina che andrà in mostra all’ Ermitage.
L’opera risale al 1506 ed è considerata di grande importanza per gli elementi di pregio quali l’impronta leonardesca ed il rimando al periodo fiorentino riconoscibile dalla composizione del trittico familiare e le coloriture che richiamano notevolmente i toni dei maestri fiorentini, con cui Raffaello venne a contatto negli anni 1504-1508, ma nonostante i richiami, il genio di Raffaello rielabora alcuni elementi appresi nella Firenze rinascimentale e li inserisce in un’opera unica ed innovativa, riscontabile nella scelta di dipingere Giuseppe privo della barba; probabilmente l’intento dell’artista era quello di ritrarre la sua contemporaneità: la famiglia è posta in una stanza cupa ed ombrosa, il cui unico punto di luce è dato dalla finestra che appare alle spalle di Maria in un gioco di sguardi tra i tre protagonisti raffigurati complesso e rassegnato, Giuseppe in paricolare sembra avvolto in una morsa di dolore.