Il 9 e 10 gennaio torna al Nuovo Teatro Sanità di Napoli: “360°”, spettacolo liberamente tratto da “Girotondo” di Arthur Schnitzler, nell’adattamento teatrale di Mario Gelardi, anche nelle vesti di regista in coppia con Carlo Caracciolo.
L’opera di Schnitzler del 1897, rappresentata per la prima volta a Berlino nel 1920, dopo il veto della censura tedesca e prima di subire un processo per pornografia, viene ambientata da Gelardi nel ventunesimo secolo: in 360° si indagano le manie, le fobie e le perversioni all’interno del rapporto di coppia, in dieci quadri, dieci declinazioni, dieci esercizi di stile teatrali.
In scena Carlo Caracciolo, Riccardo Ciccarelli, Annalisa Direttore, Fabiana Fazio, Annarita Ferraro, Carlo Geltrude, Irene Grasso, Gennaro Maresca e Alessandro Palladino.
Lo spettacolo tiene fermo il meccanismo teatrale del testo composto da dieci quadri, ognuno messo in scena da due personaggi: un uomo e una donna di differenti condizioni sociali. Ogni volta si ripropone un dialogo amoroso che termina in un incontro sessuale. Poi, uno dei due personaggi diventa protagonista anche della scena successiva insieme ad un nuovo compagno che sarà a sua volta anche nel dialogo seguente. A questo proposito spiegano Gelardi e Caracciolo: «Girotondo è una catena, proprio per questo si può rivoluzionare lo schema voluto da Schnitzler e iniziare da un altro punto perché, comunque, si ritornerà a quello di partenza. Un angolo di 360°, appunto, in cui la partenza e l’arrivo si danno sempre la mano».
360° ricolloca le storie di Schnitzler ai giorni nostri, in una sorta di traslazione temporale. Se nell’opera originale ogni quadro termina con l’appagamento sessuale, in 360° si racconta l’impossibilità dei rapporti di coppia reali che, nell’epoca del sesso virtuale, vengono puntualmente sublimati.
Si è voluto eccettuare la sopraffazione sociale di un personaggio sull’altro, una sopraffazione che in questo caso diventa lavorativa. I protagonisti si incrociano a due a due tra le scrivanie di un’azienda, lavorano fianco a fianco e in qualche modo sono l’uno il sottoposto dell’altro, senza mai conoscersi davvero, ma spesso entrando in conflitto tra loro, in una continua guerra alla ricerca della supremazia amorosa.